lunedì 2 giugno 2014

Apertura laghi alpini 2014

Torno al blog, dopo un lungo periodo di assenza, per raccontare l'apertura dei laghi alpini 2014, che ho effettuato con alcuni amici presso Codelago /Devero (VB) domenica 1 giugno 2014.

Sveglia poco dopo le 4.00, una ventina di minuti di camminata, e una decina di minuti prima delle 5.00 arriviamo sul lago poco. Ci perdiamo l'alba per poco, ma siamo comunque per il momento gli unici pescatori.


La situazione è surreale. Il lago è scarico d'acqua come non mai, e tutt'intorno ci sono ancora lingue di neve e ghiaccio che arrivano fino alla superficie dell'acqua.


 
Monto un Senko da 4'' a wacky.
Al primo lancio sento uno strattone. Ferro. Non resta attaccata.
Secondo lancio. vedo una pinella che mi segue fin sotto i piedi.
Il mio socio, di fianco a me, ne prende una con un ondulantino. Un'iridea di fresca immissione, che non supera i 20 cm.
Terzo lancio. Nuovo strattone. Ferro. Stavolta c'è.
Anche per me arriva un'iridea sottomisura.

La mattinata si sussegue su questa falsariga, con catture mi taglia modesta, quasi esclusivamente iridee.
A rompere la "monotonia" ci pensa qualche catture più divertente (sempre iridee, sui 30-35 cm) e qualche "big"... persa.
Il sottoscritto si lascia scappare una bella trota che, a occhio, superava abbondantemente i 40 cm, e i miei soci si vedono sfuggire almeno un bel pesce a testa. Compresa quella che, se portata a guadino, sarebbe stata stata l'unica fario della giornata.
Riassunto della mattinata: una ventina di trote a testa, tutte di taglia modesta, in 6 ore di pesca, e soprattutto in un contesto (lago alpino) che difficilmente regala soddisfazioni e spesso regala sonori cappotti.


A questo punto, vorrei condividere con voi due pensieri.

1) Ma che senso ha trasformare un lago alpino, uno dei pochi luoghi in cui dovrebbe regnare la natura incontaminata, in una sorta di enorme lago a pago?
Che senso ha immettere migliaia di iridee, ben sapendo che non si possono riprodurre, e che potrebbero danneggiare la popolazione autoctona, mangiandone le uova?
Che senso ha gestire il lago in questo modo, promuovendo quindi un tipo di pesca che ha molto poca lungimiranza (il 90% dei pescatori presenti pescava a bombarda, e la maggior parte delle trote uscite non raggiungeva la misura minima di 30 cm,... mi chiedo quindi quante trotelle siano tornate in acqua a pancia in su!), e favorendo di fatto un tipo di pesca "turistica" che (a mio modestissimo parere) si sposa malissimo con un contesto come quello del lago alpino, e soprattutto con un progetto di ripopolamento e conservazione della fauna ittica serio e lungimirante?

2) Di primo impatto, ripensando alla pescata, l'avrei definita "deludente". Non è uscito nessun pesce degno di nota, e le poche "big" in cui siamo incappati ci sono sfuggite.
Poi, però, a fine mattinata, quando mi ha telefonato la mia compagna chiedendo come fosse andata, mi sono trovato spiazzato.
Le ho risposto "così così, ho preso una ventina di trote, ma tutte piccole".
E lei: "quanto piccole? 15-20 cm?"
E io: "no, no, 25-30"
A questo punto, la sua risposta (ovvia, tenendo conto che lei, non essendo una pescatrice, non riesce a contestualizzare le catture in base al luogo di pesca) è stata: "ma come piccole! Le trote piccole sono quelle che peschi nel riale dietro casa, queste sono delle belle trote!".
Valle a spiegare che una trota di 20 cm in un riale è quasi una big, mentre una 50 cm in un lago alpino non è nient'altro che una "bella" trota, ma sicuramente non un mostro.
Però, la sua reazione mi ha fato uno spunto di riflessione.
Ma non è che a volte noi pescatori siamo un po' "viziati"?
Non è che frequentare più o meno spesso riserve e ambienti di pesca "facilitata" contribuisce ad ingigantire le aspettative? 
Dimentichiamoci per un attimo che si tratta di iridee.
Ma quando mai mi ricapiterà di catturare, a spinning, 20 trote in un lago alpino?
Non è che mi sono fatto venire un po' di "puzza sotto al naso", arrivando al punto di snobbare trote di una spanna e mezzo, liberandole ancora prima di scattare una foto?
Questo è un comportamento che adotto, per l'appunto, nei reservoir, nei quali pescare una trota sotto i 50 cm è quasi un'"onta", e in cui foto di 40 cm non meritano neppure la foto ricordo.
Ma quelli sono contesti "particolari", quasi irreali.
La normalità, quando si tratta di spinning in libera, non è affatto quella.
La normalità è alternare cappotti, pescate in cui le catture si contano sulla punta delle dita, e pescate più generose.
E, una volta ogni tanto, riuscire a portare a guadino una "big".
Per cui, ripensando alla mia apertura, mi porto dentro il ricordo di 20 trotelle prese a spinning in un lago alpino, che di certo non è un risultato "da tutti i giorni".
L'appuntamento con la "big"... è solo rimandato. ;-)

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono liberi, pertanto mi affido al tuo buonsenso e alla tua buona educazione. Grazie.