sabato 10 dicembre 2011

Iniziare a spinning in torrente

Riporto qui un mio "vecchio" articolo sulla pesca a spinning in torrente, scritto nel settembre 2008 e aggiornato nel corso degli anni, sperando che possa essere utile a qualcuno.

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Io non posso dire di essere un pescatore esperto, tutt'altro, ma qualcosina sullo spinning in torrente penso di averlo capito.
E siccome quando ho iniziato avevo più dubbi che certezze (...ne ho tanti ancora adesso, ma finalmente inizio ad avere anche qualche certezza!) ho pensato che potesse essere utile dire due parole a chi ha intenzione di iniziare a pescare con esche artificiali nei torrenti.


Una premessa:
Vorrei iniziare con una classificazione degli ambienti: spesso si usa il termine "torrente" tanto per il riale di montagna quanto per il torrentone pedemontano, nonostante si tratti di ambienti completamente diversi.
Io parlerò di "riale" per indicare un corso d'acqua dalla portata limitata e con una pendenza spesso sostenuta, caratterizzato da fondale roccioso e piccole buche. E' il regno incontrastato delle trote fario, che non raggiungono mai taglie notevoli a causa dell'ambiente ristretto e della scarsità di cibo.
Poi c'è il "torrente montano" vero e proprio, ancora caratterizzato da notevoli pendenze, salti e buche importanti, e corrente più o meno sostenuta a seconda delle piogge che ne modificano la portata d'acqua. E' ancora il regno della fario, ma vi si possono adattare le iridee d'immissione, e vi si trovano anche salmerini.
Quando il letto si allarga, la pendenza cala e il fondo sassoso lascia spazio a fondali sabbiosi, fangosi o ciottolosi, e grazie all'apporto degli affluenti aumenta anche la portata d'acqua, si inizia a parlare di "torrente di fondovalle". Qui si iniziano a incontrare anche le marmorate, mentre non si trovano più i salmerini. Nell'ultimo tratto del torrente pedemontano anche le fario diventano delle rarità e si cominciano a incontrare diversi ciprinidi.
Come è evidente ciascuno di questi ambienti necessita di un approccio diverso, che tenterò di illustrare qui di seguito.

Lo spinning nei riali:


In questo tipo di ambiente, così come nel torrente montano, è necessario dotarsi innanzitutto di due cose: piedi e polmoni buoni!
Qui le trote vanno cercate nelle loro zone di caccia, e spesso dopo uno o due lanci andati a vuoto è necessario cambiare zona. Le trote di questi ambienti sono ultra sospettose, e non appena percepiscono la nostra presenza si vanno a rintanare sotto un masso.
Se avete il primo requisito siete pronti a mettere gli "abiti da lavoro". Ovviamente dimenticate i colori sgargianti, il mimetismo è fondamentale. Attenzione però: non serve a nulla vestirsi come Rambo e poi parlare avoce alta e fare rumore ad ogni passo!
Non potremo fare a meno di un buon paio di stivali, personalmente preferisco i tuttacoscia in ogni stagione: in commercio se ne trovano per tutte le tasche. E' fondamentale che abbiano una calzata sicura e una suola in grado di garantire stabilità sulle rocce.
In montagna poi ci sono un po' di cose che non bisogna mai dimenticare: un cappellino, occhiali polarizzati, un k-way o una mantella impermeabile, il gilet multitasche in cui riporremo i nostri artificiali e le pinze multiuso, dei cerotti, un coltellino e un cellulare (spesso il centro abitato più vicino è a qualche decina di minuti a piedi!). Può far comodo avere con sè un guadino da cintura e una borraccetta d'acqua.
Ora che siamo pronti per partire resta da scegliere l'attrezzatura adeguata (il cosiddetto spinning ultraleggero):

la canna dovrà essere necessariamente corta, perchè spesso saremo obbligati a passare tra rami e rocce e a lanciare nelle condizioni più difficili. Io credo che una canna di 180 cm, con una potenza di lancio fino a 10-15 grammi sia l'ideale. Non entro nel merito di marche e modelli, dico solo che personalmente non comprerei una canna molto costosa per pescare in questi ambienti: scivoloni e cadute sono all'ordine del giorno!
- il mulinello ideale per questi ambienti dovrà essere leggero e bilanciare bene la canna. Io mi trovo bene con un 2500 shimano (o 1500-2000 daiwa), qualcuno userebbe una taglia 1000. Meglio scegliere un modello robusto e che disponga della bobina di ricambio. La frizione è preferibile anteriore, anche se devo dire che in questi ambienti non mi è mai capitato di usarla.
il filo dovrà essere rigorosamente nylon, il trecciato infatti sarebbe messo a dura prova dalle rocce affioranti. Andrà scelto un monofilo specifico per lo spinning, di diametro 0.20.
- gli artificiali che privilegeremo sono ovviamente i rotanti, nelle misure 1-2 mepps e 4-6 grammi martin. Nella cassetta potranno trovare posto un paio di ondulanti a forma allungata da 4 cm, un paio di minnow floating da 3-5 cm e qualche falcetto bianco da montare su ami piombati di piccole dimensioni.
- inoltre sarà opportuno avere una buona scorta di girelle con moschettone di taglia adeguata agli artificiali, perchè agganciare (e perdere) artificiali non è affatto raro!

Lo spinning nei torrenti montani


Anche in questi ambienti vale quanto detto per il punto precedente: il primo requisito è aver voglia di camminare, e spesso in condizioni disagevoli e di scarso equilibrio.
Se manca questa predisposizione è meglio stare a casa, o andare a pescare in altri ambienti.
Anche qui infatti è inutile insistere per più di 4-5 lanci nello stesso punto: se la trota c'è, e ha fame, non esiterà ad attaccare il nostro artificiale. Se non sentiamo attacchi, è meglio concentrarsi sulla buca successiva, o sotto un'altra cascatella.
Il mimetismo continua ad essere fondamentale, così come gli stivali tuttacoscia o i waders. Quello che cambia è l'attrezzatura:

- stavolta dovremo scegliere una canna un po' più lunga e potente, perchè ci troveremo a esplorare buche anche larghe e profonde, e ci serviranno artificiali più pesanti. Personalmente trovo che la canna ideale sia una 200-210 cm in grado di lanciare fino a 20 grammi reali.
- il mulinello dovrà rispondere alle stesse caratteristiche di quello indicato prima, un buon 2500 robusto a frizione anteriore è quello che fa per noi.
- anche il filo non cambia: un nylon da 0.20-0.22 è la scelta ideale nel 99% dei casi.
- cambia invece radicalmente la tipologia degli artificiali da usare: saranno sempre i rotanti a farla da padrone, ma saliremo ovviamente con le misure. In aggiunta a quelli leggeri indicati sopra porteremo con noi martin fino a 12 grammi e mepps del 3 e del 4. Un buon grub come trailer può spesso essere la soluzione vincente, specie in caso di acque leggermente velate. Anche gli ondulanti e i minnow potranno salire di misura, fino a 7 cm, e sarà utile avere con sè anche dei minnow con il palettone di affondamento, per sondare le buche più profonde.
- per quanto riguarda le tecniche di lancio e di recupero, che nel riale sono ovviamente limitate dalla ristrettezza del luogo e dalla scarsità d'acqua, in torrente abbiamo varie possibilità: l'approccio tradizionale è di lanciare a monte e recuperare in favore di corrente, ma nei tratti in cui la corrente rallenta può essere molto redditizio lanciare davanti a sè, far fare una passata all'artificiale e poi recuperare controcorrente. L'importante, qualunque tipo di recupero decidiamo di effettuare, è far passare l'artificiale nella zona in cui presumiamo ci sia la trota.

Lo spinning nei torrenti di fondovalle


Il torrente di fondovalle si potrebbe ulteriormente dividere in due ambienti distinti: il tratto pedemontano, ancora caratterizzato da minime pendenze, salti e buche (dove troviamo ancora le trote fario), e il tratto finale, quello per intenderci vicino al punto d'immissione, dove l'ambiente si allarga. Qui spesso il torrente corre tra strade e case e il fondo è sabbioso o fangoso, e le fario lasciano il campo alle marmorate e ai ciprinidi.
I pesci di queste acque sono più abituati alla presenza dell'uomo, per cui il mimetismo non è così fondamentale come in montagna (il che non vuol dire che possiamo adare a pescare vestiti da Arlecchino, però!).
Spesso, soprattutto quando la portata d'acqua è massima, non si può pensare di pescare in wading, per cui bastano un paio di stivali al ginocchio o un paio di scarponcini. Qui servirà ancora un altro tipo di attrezzatura:

- non avendo più i problemi di spazio che avevamo in montagna, opteremo per una canna più lunga: una 240cm con potenza di lancio fino a 30 grammi è la canna che fa per noi.
- sceglieremo un mulinello che ci permetta di bilanciare la canna, per cui un 4000 se shimano o un 3000 se daiwa, a frizione anteriore, possibilmente con sistema di imbobinamento a spire incrociate.
- per quanto riguarda il filo abbiamo diverse possibilità: possiamo decidere di riempire una bobina con monofilo 0.22 e l'altra con monofilo da 0.25, oppure possiamo scegliere di riempirne una con il nylon e l'altra con un trecciato sottile (0.6 o 0.10).
- gli artificiali sono quelli che abbiamo indicato per il torrente montano, magari escludendo le misure più piccole. Piuttosto possiamo salire ancora con le misure dei minnow, che potranno arrivare anche a 9 cm e potranno essere galleggianti, affondanti, snodati, con palettone, lipless. Infatti la maggiore portata d'acqua e la grande varietà di pesci presenti ci permetteranno di gestire svariate tipologie di artificiali.

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